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TUTTI IN FIERA

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Fiere importanti in vista all’inizio di questo 2016.
Si accavallano tutte all’inizio dell’anno. Iniziamo con VicenzaOro dal 22 al 27 Gennaio preceduta di pochissimo da IMM, la grande rassegna del mobile a Colonia dal 18 al 24 e in contemporanea a Maison Object a Parigi dal 22 al 26 Gennaio e il SIGEP a Rimini con dolci e Gelati dal 23 al 27, per chiudere il mese con HOMI a Milano dal 29 al 1 Febbraio. A febbraio dal 14 al 17 a Milano va di scena la pelletteria, borse e scarpe con MIPEL e MICAM. Dal 17 al 24 marzo BaselWorld attirerà l’attenzione a Basilea di tutti i gioiellieri del mondo. Ad Aprile praticamente in contemporanea Vinitaly a Verona dal 10al 13 e il Salone del Mobile a Milano dal 12 al 17 chiuderanno la primavera.
Scusatemi se ne ho tralasciate di importanti per voi.

Fiere, stand, identità aziendale da proporre in modo forte e coordinato.
Le esposizioni internazionali spronano le aziende di ogni settore a guardarsi allo specchio e ad affilare gli strumenti di marketing per presentarsi al pubblico nel modo più convincente possibile.

E’ un lavoro immane, lo conosco bene!

Si approfitta dell’evento fieristico per presentare le ultime collezioni, il prodotto di punta, il brevetto, la lavorazione esclusiva.
Il prodotto è il centro dell’immagine aziendale, se comunica da sé ci risparmia un sacco di fatica.

E  poi fotografie, grafica, stampa, copywriting… il depliant, la brochure, il catalogo generale o della singola collezione, il pieghevole che illustra le specifiche del prodotto o fa  sfavillare la sua immagine patinata, insomma la carta stampata vuole ancora il suo tributo d’inchiostro che internet ha solo moltiplicato a dismisura.
Tutto poi rimbalza sul sito e da lì sul blog, su Facebook e su tutti i social dov’è obbligatorio esserci cercando di mostrare il lato più coinvolgente e innovativo dell’azienda. Ecco allora Newsletter, post a go–go, countdown come fossimo a Cape Canaveral, e inviti che impazzano e percorrono le mailing–list di mezzo mondo.

Brainstorming infernali per tirar fuori dal cilindro il gadget perfetto per farsi ricordare… elegante, utile, allegro. Una piccola sorpresa per far dire – Lo voglio! –  senza dilapidare un capitale.

E dopo tutto questo e molto altro ancora c’è lo stand, il luogo in cui tutto si concentra in quei pochi giorni di visibilità e confronto tra competitor. Il momento in cui ognuno mostra il meglio di sé, gioielli, arredi, tecnologia, prelibatezze, servizi di ogni genere e tanta, tanta  moda.
Per questa prima metà dell’anno i giochi sono fatti, molti stand sono già pronti. Servirà fare attenzione durante le giornate di lavoro se le scelte fatte siano da confermarsi o no. Varrà la pena guardarsi attorno e testare sia la funzionalità che l’impatto emotivo del proprio allestimento.
I giorni in cui si vive la fiera sono il momento migliore, oltre che a fare affari, anche per mettere a punto la macchina per gli appuntamenti che seguiranno.

Ci vediamo in Fiera!

FIERE DELLE VANITÁ

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Periodo di esposizioni e fiere che si accavallano.
Appena finita Vicenza Oro Fall  perfettamente sovrapposta alla parigina Maison-Objet e siamo già al Mipel e all’HOMI a girare come trottole.
Percorrendo i corridoi dell’esposizione vicentina all’improvviso  mi sono sentito travolgere da un’ondata violenta di vuoto, di assenza, di inutilità.
Per carità! Bellissima fiera! Stand fascinosi… materiali pregiati, grandi dimensioni…
Nessuna novità interessante, nessuna sorpresa, niente da comunicare.

Ma non può essere!
Non è possibile che grandi aziende e piccoli artigiani siano accomunati da così poca voglia di innovare. Gli stand a VicenzaOro erano tutti dominati, come sempre, dallo stesso pensiero: “più grande, più lucido, più glamour…”
E quando lo stand finalmente è grandissimo e lucidissimo ci si guarda soddisfatti l’un l’altro misurando le differenze in millimetri e laccature.
Quanto costa essere tutti più o meno uguali?

Certo ci sono le differenze eh! Non è che sono orbo! Ma sciocchezze… dimensioni, forme, curve, materiali, colori… tutto usato con lo stesso scopo, cercare di mostrarsi belli, ricchi, importanti, lussuosi… almeno un po’, nel piccolo e nel grande la stessa cosa.
Nessuno che scelga strade diverse, originali, che mostri personalità, idee, invenzioni.
Così per l’esposizione come per le collezioni.
Nei corridoi inevitabilmente si respira un’aria stantia.
Fiere delle vanità o delle intenzioni vane, perché ad usare tutti lo stesso linguaggio difficile far sentire l’unicità della propria voce.
Eppure sarebbero infinite le possibilità di affermare l’identità della propria azienda. Dargli spessore, immagine, importanza, forza. Basterebbe un’idea e poi magari prendere un sentiero meno affollato, magari meno costoso, più creativo e divertente.
E non vale solo per VIORO e la gioielleria, ma per l’arredo, la casa, il food…  in ogni settore si cammina come in processione tutti vestiti a festa… e non si sa bene perché!

Leggi anche: “Uno Stand fantastico a VicenzaOro”

TUTTI IN FIERA

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Settimane convulse di fiera in fiera.. fiere che si accavallano a Milano, a Vicenza, a Rimini… 
Un lavorio frenetico intorno agli ultimi ritocchi sugli stand, alle  nuove collezioni, alle immagini, alle brochure, stampe, video, modelle, receptionist … tutto un mondo da inventare che durerà quattro, cinque giorni e, si spera, alimenterà il lavoro dei prossimi mesi.
Cose che filano via lisce che proprio non ci speravi e rogne da improperi in tutte le lingue immaginabili, con un uso colorito e greve di tutti i dialetti natii che da buon lombardo/veneto non mi risparmio proprio.

Alla fine ci si arriva sempre.
In un modo o nell’altro l’azienda mostra la sua faccia.
Bella, liftata, senza nulla fuoriposto da sembrare finta o tutta sgarrupata come ci fossimo svegliati di colpo cinque minuti prima e corressimo all’appuntamento della vita con le braghe del pigiama in mano, i calzini spaiati con la faccia e l’acconciatura di chi ha sbattuto contro un tram come in quella vecchissima pubblicità che recitava:
– Scusate! Abitualmente vesto Marzotto! –  e mostrava uno stralunato impiegato di banca nel pentolone di una tribù antropofoga.

Poi c’è chi arriva in fiera esibendo il semplice splendore della faccia di tutti i giorni.
Niente trucchi pirotecnici, niente trovate esilaranti, solo se stessi, così come ci si presenta tutti i giorni al pubblico, alla clientela che ci riconosce subito con una certa soddisfazione. Si chiama Corporate Identity e non è una cosa che si trova per caso o si compra dall’agenzia strafiga, obbligatoriamente milanese, che impacchetta l’immagine della tua azienda con un bel fiocco a pois! E’ un percorso più o meno lungo, più o meno costoso, un cammino di persone che incontrano altre persone e insieme raggiungono la consapevolezza di dove vogliono andare, di chi vogliono essere, di cosa vogliono fare.

E al centro di tutto ci sei tu! Il paròn! Come si diceva affettuosamente una volta.
Padrone di un’idea che ti assomiglia, con la voglia di svilupparla e vederla crescere.
L’identità aziendale, il branding… ecc… ecc… e tutte le parolacce del marketing che vien voglia si frantumino i denti a chi le pronuncia, hanno un senso solo se partono dalla personalità dell’imprenditore, dai suoi valori, dalle sue passioni, così che sviluppando un progetto di marca, di identità aziendale si percepisca che è una cosa vera, una bella faccia che dica qualcosa, non un ghigno plastificato da contrabbandare per sorriso.
Un’azienda che produca quello che sa fare meglio, come lo sa fare meglio, senza inseguire tutti i mercati, piegandosi a tutti i venti col rischio di non avere più identità e nessun mercato.

Ecco, mi sono lasciato trascinare dalla foga!
Normale, siamo in fiera, se ne vedono di tutti i colori e si perde un po’ la testa.
Chi è andato a vestirsi di tutto punto alla boutique appena aperta in centro, chi si è messo i primi stracci che ha trovato e chi si veste da sempre in un certo modo, o almeno prova a capire a sperimentare come vuole essere, chi vuole essere, riuscendo a mostrare identità per essere riconoscibile in fiera e… dappertutto!

Dieci idee per progettare uno stand interessante

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Non sono i dieci comandamenti, solo dieci pensierini elementari, idee che magari potrebbero essere utili per progettare uno stand, un negozio, uno spazio commerciale qualsiasi o qualsiasi altra cosa.
1 – Se avete giá da subito chiara in testa l’idea di come sará lo stand sappiate che forse é un’idea sbagliata. É molto raro che le idee buone vengano subito.
2 – Se nessuno ha mai fatto uno stand anche solo lontanamente simile a quello che volete fare è probabile che ci sia qualche buon motivo. Altrimenti avete avuto un colpo di genio. Capita!
3 – Senza un’idea forte non c’è il progetto di uno stand che valga la pena costruire.
4 – Bisogna esagerare arrivando al limite dell’usabilitá. “Troppo” è una parola magica. Troppo lungo, troppo alto, troppo basso, troppo buio, troppo chiaro, troppo aperto, troppo chiuso, troppo stretto, troppo complicato, troppo semplice, e così via. Una buona idea per il progetto di uno stand ha sempre qualcosa di “Troppo”. Meglio uno stand sbagliato che uno stand brutto!
5 – É importante fare la lista delle cose che lo stand dovrá contenere, individuare il numero, la tipologia e le dimensioni approssimative delle aree funzionali. Magari poi si potrá rinunciare a qualcosa a vantaggio di qualcos’altro ma meglio esserne consapevoli.
6 – Uno stand deve comunicare con un’immagine semplice e precisa l’identitá del marchio.
7 – Copiare uno stand bellissimo è molto meglio che farne uno brutto tutto da sè. Però, come a scuola, è indispensabile che nessuno se ne accorga! Copiare un’idea sta alla base di qualsiasi buon progetto… poi bisogna farla propria, trasformarla, reinventarla…
8 – Niente è più brutto, sbagliato e inutile di uno stand banale.
9 – Come si diceva nel progettare uno stand é assolutamente indispensabile esagerare qui e lá ma tenendo sempre ben presente che saranno esseri umani con misure piuttosto precise a muoversi dentro e fuori. Un po’ di ergonomia non fa male!
10 – La solita ultima regola, infischiarsene delle regole! Perchè se bastassero le regole ci sarebbero solo stand bellissimi e invece…
Se volete darmi una mano ad allungare questa lista di suggerimenti scrivetemi!
Aspetto le vostre idee!

 

 

 

UNO STAND SOCIAL

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Bello lo stand social di Cariolato Arredamenti!
Visto Domenica scorsa a SpazioCasa, la fiera Vicentina dedicata all’arredo. Oltre alle bellissime cose delle più prestigiose marche del design contemporaneo, lo stand era caratterizzato da un angolo giallo. L’angolo dei post-it dove tutti i frequentatori della fiera potevano lasciare un breve pensiero sulla propria idea di casa. Un modo diverso di rendere vivo, interessante e divertente la propria presenza nella kermesse vicentina. Uno stand social davvero, un modo creativo per far agire la gente e raccogliere idee che magari verranno buone sul web. Per essere veramente social bisogna proprio innescare un circuito tra realtà e web che moltiplica all’infinito la visibilità e gli incontri. Il web funziona se racconta cose che succedono davvero e se grazie a internet ci si trova nella realtà!
Bello uno stand social tutto giallo!

Stagione di Fiere

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Questa è stagione di Fiere ed Eventi importanti. Una dopo l’altra si snocciola il meglio della produzione Italiana, gioielleria, abbigliamento, oggettistica, calzature, pelletteria, design, arredamento, vini e cibi di qualità, solo per citare alcuni dei settori più importanti che in questi primi mesi dell’anno espongono la loro produzione.
In sessanta giorni ho visitato cinque eventi espositivi immergendomi in un caleidoscopio allucinante di immagini. Mi sono sfilati davanti migliaia di stand, dal più piccolo tre per tre dell’azienda artigianale alle strutture delle multinazionali grandi come mezzo campo da calcio.
In comune spesso l’invisibilità!
Com’è possibile essere invisibili occupando mezzo padiglione? Direte voi.
Semplice! Facciamo tutti la stessa cosa!

Ovviamente non proprio uguale, uguale. Qualche differenza anche sostanziale c’è, andando ad osservare bene qualche stand è più alto, qualche altro è più aperto, qualcuno è pieno zeppo di colori e di cose, qualche altro sembra una stanza vuota ed infine ci sono poi stand davvero innovativi e interessanti, pochi ma ci sono.
Allora non è vero che gli stand sono tutti uguali! Direte voi.
Invece sì! Facciamo tutti grande attenzione ad esporre bene i nostri prodotti, ad accogliere nel modo migliore i clienti, ad organizzare i nostri spazi per lavorare con efficienza. Ci facciamo tutti le stesse domande e più o meno ci diamo le stesse risposte, finendo per assomigliarci come gocce d’acqua.
In pochi diamo importanza ad esporre la personalità del nostro marchio. Ci chiediamo troppo poco: chi sono? Quali sono i miei punti di forza, i valori importanti che mi caratterizzano. Come posso differenziarmi dai miei concorrenti? Riflettiamo troppo raramente intorno all’identità della nostra azienda.
Se in più imprese ci facessimo queste domande avremmo immagini più vivide della nostra presenza in fiera. Ci sarebbero stand davvero interessanti e racconteremmo storie diverse. Ciascuno di noi sarebbe presente sulla scena del mercato con una propria forte individualità.
Tutto ciò è fondamentale se vogliamo affermare il nostro marchio, per essere riconoscibili in ogni occasione, nelle fiere ancora di più!

Gente da VicenzaORO

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Ieri all’HOMI oggi a VicenzaOro ho incontrato tanti di quegli imprenditori che tirano avanti questo paese.
Facce da fiera, allegre e stanche, determinate e attente a captare ogni segnale.
Tante persone interessanti, chi ti sta a sentire e segue attento e chi lascia scorrere via, che comunque la colpa o il merito sono sempre miei. Quando catturo l’attenzione e  quando non riesco a comunicare con efficacia.
Alla fine di due giornate di incontri il bilancio è così positivo che quasi sorprende anche un inguaribile ottimista come me.
Gli imprenditori sentono come non mai il bisogno di creatività e hanno imparato a distinguere tra chi vende fuffa e chi professionalità.
Le imprese hanno bisogno di professionisti che sappiano maneggiare i tanti strumenti del progetto e della comunicazione.
Domani ci vediamo ancora a VicenzaOro.

 

VIORO e HOMI due fiere sovrapposte

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Nel prossimo fine settimana si sovrapporranno a 200 km di distanza VIORO e HOMI  due importanti eventi fieristici internazionali. HOMI il nuovo Macef  che si rilancia e prova ad emulare il salone parigino di MAISON OBJECT e VIORO Winter il salone internazionale della gioielleria che a Vicenza inizia una nuova vita trasformandosi e cambiando pelle. Milano/Vicenza un’autostrada sempre affollata come la riviera d’agosto che prova ancora una volta a fare da colonna vertebrale alla più importante struttura produttiva italiana. Dispiace che due eventi solo apparentemente così distanti sovrappongano le loro date. Saremo costretti ad un tour de force ma non ci lasceremo sfuggire l’occasione di partecipare a due eventi così importanti come VIORO e HOMI, le due fiere di Milano e Vicenza . Non vedo l’ora di immergermi nel nuovo che avanza.  Sono certo saranno due bellissime occasioni di incontri.

homimilano.com/it

winter.vicenzaoro.com/it

Lo stand perfetto è verde!

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Lo stand perfetto è altissimo ma ha un solo piano.
E’ completamente chiuso come un monolite ma è aperto al pubblico.
E’ strafigo e modaiolo ma non si prende troppo sul serio ed è divertente!
Lo stand perfetto è completamente nero! Oppure bianco! O Rosso.
Costa la metà e ha il doppio del successo dello stand più caro della Fiera.
E’ un cubo anonimo dove ne succedono di tutti i colori.
I materiali indispensabili ad un buon spazio espositivo sono l’acciaio, il legno, tessuti, luci, vetri e colori messi in modo da formare un involucro pieno zeppo di fantasia.
In un negozio o in uno stand ben progettati gli spazi sono funzionali all’esposizione, alla vendita e allo spettacolo nelle proporzioni di un cocktail magico.
In uno stand perfetto non è mai possibile entrare, è sempre pieno!
La semplicità è la caratteristica principale di un buon progetto. Anche quando sembra complicatissimo!
Tutti gli stand devono essere ignifughi, ecologici, ergonomici… lo stand perfetto è anche tecnologico, accessibile e economico.
Il profumo all’interno di uno stand perfetto viene diffuso con Aroslim, sa di papaveri e grano o di neve fresca, oppure di nuovo, di plastica e vaniglia. E’ un fragranza che si sente appena come il profumo di carta da zucchero e come quello ancora più flebile della simpatia.
Gli spazi espositivi devono essere sempre esageratamente grandi oppure piccolissimi. Si deve evitare l’effetto salotto di casa. Lo stand perfetto è uno spazio emozionale.
Lo stand perfetto comunica l’azienda, l’idea, il prodotto, è lo spazio dell’evento, della presentazione e dell’incontro.
Il progetto di uno stand perfetto nasce dal connubio tra un committente intelligente, curioso, aperto e coraggioso e un progettista capace di ascoltare e di stupire.
Lo stand perfetto ha uno scopo soltanto: farsi ricordare.

Per incontri gratuiti intorno all’idea del tuo stand perfetto scrivi solo:
BELLO LO STAND PERFETTO!
indicando il tuo indirizzo e il numero di telefono
e invia a:
hello@paolomarangon.com

 

Uno stand di successo.

peroni-e-la-tripolina_634Lo stand che ho progettato per NANIS, l’azienda vicentina produttrice di gioielleria, per la grande kermesse di ViOro 2010, continua a restare nella memoria come un oggetto di grande impatto, un allestimento forte, di successo, realizzato davvero con poco!
Il destino degli allestimenti fieristici, anche degli stand più importanti, è quello di sparire, di essere smontati, di lasciare solo ricordi. Questo è uno dei motivi per cui amo lavorare a queste creature effimere che abbagliano e svaniscono.
La struttura del grande parallelepipedo nero, 18 metri per 5 e 6 di altezza era già stata realizzata quattro anni prima quando con NANIS avevamo dato spazio ai video proiettandoli a tutta parete su tre dei quattro lati creando uno sfondo ideale per le sfilate delle modelle ingioiellate. Primo stand  fortemente fashion oriented a VicenzaOro.
Eliminati gli schermi avevavamo pensato ad un vestito leggero, vedo non vedo, ad una cortina semitrasparente che rivestisse tutta la struttura metallica dandole unità e compattezza ma nello stesso tempo permettesse sguardi furtivi interno/esterno e viceversa innescando quel gioco di relazioni per cui a volte è sufficiente incrociare uno sguardo per catturare l’attenzione di un possibile cliente. Si era scelta la tenda “tripolina” di Peroni, l’azienda leader nella produzione di materiali scenici, una fitta cascata di sottili fili neri che dal perimetro del soffitto avrebbero toccato terra. Bello! Unità d’intervento e filtro dentro/fuori erano stati creati… mancava l’effetto finale! L’idea brillante, quel qualcosa da esclamare… wow!!! I fili della “tripolina” che ricoprivano lo stand sembravano proprio una gonna belle epoque, tutta frange e applicazioni scintillanti. Ecco l’idea, sarebbe bastato applicare le pallettes per trasformare un materiale interessante ma omologato in una seducente, grande esplosione di riflessi. E così bastò fustellare lo specchio flessibile sempre di Peroni con 2000 piccole sagome che riproducevano le forme caratteristiche dei gioielli NANIS e ricoprire i 140 mq delle due facciate esterne.

Un bel gioco! Semplice, fatto quasi di niente che penso molti ricorderanno ancora. 

www.peroni.com

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