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Capita ad agosto di essere travolti…

Capita ad Agosto, magari non nell’azzurro mare di wertmulleriana memoria… ma capita.
All’autogrill tra vikinghe e bronzi di Riace, panze sudate, coca e camogli… Capita sullo scoglio, tra le dune e sotto l’aria mai ghiacciata abbastanza… capita seduto nel bosco e nella ressa infinita di un qualche monumento obbligatorio…
Capita di non pensare a niente e ti si accende una lampadina, così di botto mentre ti incocciano lo spritz per un altro evviva… Capita che un pensiero invece provi a girare e rigirare e alla fine dopo aver rotto per giorni venga fuori.
Il logo, sì dai, è perfetto, però… Perchè adesso ‘sto “però” del cazzo? Un dubbio piccolo che si tira dietro valanghe di casini. Immagine coordinata, identità, colori, vetrina, catalogo, pezzi iconici sì o no, campagna, parole chiave, sound, mood…  
Un flash e ti passano davanti un milione e mezzo di immagini… da quando eri uno sbarba fino a ieri. Cambiare è sempre stato un passo difficile ma senza, giusto o sbagliato, non saresti dove sei.
Chi ti offre la soluzione in quattro mosse, chi il metodo perfetto.
Fanculo!
Sai già tutto. È molto più facile e infinitamente più difficile.
È quasi Ferragosto… facciamo un po’ di festa.
Poi, chiamami, parliamone.

parla con la tua voce

Scrivere non serve a niente.
Se scrivi sempre le solite cose, quelle che scrivono tutti, è chiaro che scrivere non serve a niente.
Niente frasi complicate, paroloni difficili, filosofie inutili.
Non puoi vendere i tuoi prodotti, le tue idee, i tuoi servizi, le tue emozioni, senza far la fatica di raccontarli in un modo semplice così che anche i bambini possano capirli.
I tuoi prodotti sono unici come te.
Scopri in cosa ti distingui. Parla con la tua voce senza fare il verso a questo o a quello. Mostrati per come sei e prova a migliorarti percorrendo la tua strada.
Non è semplice e non ci si impiega un giorno. Si sbaglia in continuazione.
Io quando mi accorgo di aver fatto una scemenza raddrizzo il tiro, correggo, e mi incazzo con me stesso. Ma meglio così! Molto meglio che non vedere mai i miei errori.
Inizia a scrivere e a parlare del tuo lavoro come di una cosa concreta, che si tocca, che si mangia.
Cerca il tuo pubblico.

Bianco e Nero obbligatorio

Bella la Corporate Identity

giusto che tu sia rigoroso con la tua Grafica Istituzionale, ma ci sono occasioni in cui, per essere visibile, devi cambiare e aver a portata di mano soluzioni alternative.

Qualunque forma abbiano il tuo logo e la tua immagine aziendale è importante avere a disposizione le forme giuste per affrontare situazioni diverse.

Grandi insegne su edifici aziendali, cartelli stradali, apparizioni video, eventi, shopper…  Quando comunichi con chi ti guarda da lontano o quando hai pochi secondi per mostrarti, è necessario eliminare il superfuo e andare al sodo.

Tra tutte le opzioni creative a disposizione, portare tutto in bianco e nero, è quella indispensabile, da tenere sempre a portata di mano.

Qualsiasi siano i tratti e i valori distintivi della tua immagine aziendale sarà sempre possibile tradurli in bianco e nero.

Spesso non si può fare altrimenti.

Anche Pantone quando è necessario lo fa.

Predisponi il tuo logo e tutti i materiali necessari per comunicare anche in bianco e nero.

In modo semplice, chiaro, leggibile… originale e bello.

#biancoenero #black #white #blackandwhite #corporateidentity #identitàaziendale #visibilità #brandstrategy #artdirection #graphicdesign #packaging #exhibitiondesign

La creatività è fare

La creatività è fare, disegnare, scrivere… correre.
Se si vuole realizzare qualcosa bisogna iniziare a farlo. Sembra scontato ma non lo è. Se voglio disegnare un tavolo devo prendere carta e matita e iniziare a disegnare. Se voglio scrivere un romanzo e molto più semplicemente un post sul mio blog devo iniziare a scrivere. Se voglio correre una maratona devo mettermi un paio di scarpe da corsa e uscire a correre. Subito! Adesso!

I progetti sono fatti anche di tante altre cose, di ricerche, di analisi, di riflessioni, di momenti di stasi. Benissimo, ma senza muovere i piedi non si va da nessuna parte.

È molto probabile che all’inizio sbaglierò, non sarò subito soddisfatto. Ma è su quei primi errori che costruirò tutto. Le prime righe di matita che tiro su un foglio servono solo a sporcare il foglio, a farmi capire che dentro la matita c’è qualcosa e che prima o poi verrà fuori se continuerò ad usarla. Se scrivo qualcosa è probabile che di lí a poco cancellerò, aggiungerò, cambierò qualcosa o tutto. Potrò farlo perché ho iniziato a scrivere. Potrò migliorare il mio disegno perché ho iniziato a tirar segni su un foglio. Potrò arrivare in fondo alla mia maratona perché stasera sono uscito sotto l’acqua a correre 7 stupidissimi chilometri alla velocità di un bradipo narcotizzato.

La creatività è fare. È molto più fare che perdersi in attese contemplative di improbabili epifanie. La creatività è allenamento tale e quale alla performance sportiva. Per questo, e per tante altre cose, penso che sport e creatività siano così simili, specialmente gli sport di resistenza, corsa, ciclismo, nuoto, sci di fondo… L’endurance sport aiuta a gestire l’ansia, svuota la mente, mette ordine, insegna a gestire il flusso dei pensieri.
Per questo tante volte chiudo il computer, metto giù la matita, i pennelli e…
Vado a correre!

Semplifica, semplifica, semplifica…

Semplifica, semplifica, semplifica…
Dovessi scegliere uno slogan sarebbe questo. 
C’é sempre una parola da togliere, una frase inutile, qualche stupido gioco di parole.
Quasi sempre bastano una pagina vuota, un muro bianco, un segno… 
Bello!
Ma il più delle volte non si può fare. Troppo forte. Qualche volta manca il coraggio al cliente. Qualche volta freno io perché l’anima dell’azienda é un’altra cosa. Poi scelgo la decorazione e non sento la contraddizione! Una bella texture può essere il segno giusto.
Basta semplificare!
Rinuncio a infilare in ogni cosa tutto quello che mi piace.
Dappertutto c’è sovrabbondanza di parole, di forme, di colori, di suoni, di immagini, un’affollamento soffocante, non mi resta che semplificare. Cercare una pausa di silenzio.

rafforzare l’identità

L’identità è la merce più preziosa che hai.
Grazie all’identità puoi renderti riconoscibile tra tanti altri che fanno il tuo lavoro e che offrono prodotti simili ai tuoi.
Se hai un’identità ben riconoscibile ti sarà più facile renderti visibile e vendere i tuoi prodotti a quelli a cui piaci.
Avere un’identità fortemente riconoscibile permette di rivolgersi ad un pubblico ben definito.
Se riesci a definire bene i tuoi potenziali clienti, puoi raggiungerli più facilmente con messaggi che troveranno interessanti.

Se per esempio gestisci un ristorante che offre cibo vegano potrai comunicare molto più facilmente di un ristorante qualsiasi.
Più il tuo pubblico avrà un’identità precisa e più sarà facile avere un’identità riconoscibile.
Cosa fare per rafforzare la propria identità?
Cosa definisce l’identità?
Sarebbe semplice e abbastanza corretto rispondere… tutto.

Prima di ogni altra cosa c’è l’idea, il concept, che mette in chiaro dove ci posizioniamo, in che modo e in cosa ci distinguiamo.
Per provare a capirci? Vogliamo vendere frutta e verdura tipica del luogo a prezzi popolari in una bottega rionale o roba esotica sceltissima? Mobili design hi-tech o forme della tradizione realizzate con materiali e tecniche eco? Carissimi gioielli dalle forme trasgressive o carissimi gioielli nelle sobrie forme della seduzione senza tempo. Antichi tappeti orientali o stuoie, tappeti e arazzi senza prezzo dai colori sgargianti e senza epoca provenienti da ogni dove. Ogni aggettivo che aggiungiamo sposta un po’ la nostra  collocazione sullo scena del mercato.
Quando abbiamo deciso quello che vogliamo essere, o abbiamo capito per bene chi siamo, che poi è la stessa cosa, dobbiamo mettere insieme le tessere del mosaico che ci rappresenta.
Così come mi vengono. Nome, Logo, Colori, Forme, Parole, Font, Materiali, Luci, Suoni, Immagini, Prezzi, Atmosfere, Profumi, Luoghi, Simboli, Decorazioni, Media, Pubblico, Autori, Riferimenti culturali, Composizioni… E per ognuna di queste tessere scandagliare territori… Oppure opporre negazioni radicali. Nessun profumo, nessun simbolo, nessun riferimento culturale, nessuna decorazione. Può funzionare a patto di sapere che ogni negazione è una scelta.
Un lavoro destinato a continuare, che non finisce mai. Confrontarsi ogni giorno con quello che cambia intorno, con le risposte che tocca dare alle nuove domande.
Accompagnare in questo labirinto, comporre l’identità dell’azienda è il mio lavoro.

di gadget e altre scemenze

In vista di un evento importante, di un meeting o di una fiera capita a tutti di lasciarsi prendere dalla fregola improvvisa di cercare il gadget perfetto da donare a partecipanti, visitatori e clienti così da farsi ricordare in eterno… Amen!
Diciamocelo! I gadget che riceviamo e quelli con cui, presi dalla disperazione degli ultimi giorni, omaggiamo i nostri stimatissimi ospiti, in genere sono delle vere scemenze!
Tralascio l’elenco tanto lo conosciamo bene.
Non importa la tipologia dell’oggetto, quello che è quasi sempre certo è che il suo potere emozionale è pari a zero.
Se è così non sarà che insieme al nostro piccolo budget abbiamo sperperato anche gli enormi sforzi che facciamo quotidianamente per dare lustro al nostro marchio e all’immagine della nostra azienda? Che non solo il nostro gadget del piffero non è servito a niente ma ci ha fatto sprofondare nella massa di chi non ha un filo di fantasia.
Forse no.
In realtà nessuno ci avrà fatto veramente caso e l’avremo passata liscia.
Non sarà servito semplicemente a nulla.
Cosa pensare allora? Che i gadget siano inutili scemenze e stop?!
Ovviamente non è così.
Ecco qualche banale ovvietà di cui forse varrà la pena tener conto.
Difficile trovare qualcosa di decente già preconfezionato sul web su cui schiaffare il nostro logo e chi si è visto si è visto.
I regali più belli sono quelli che non servono a nulla.
Giochiamoci il nostro logo come si deve. Non è detto che la cosa migliore sia ficcarlo ovunque.
Certo il valore del nostro oggetto fa la sua parte ma… la fantasia non ha prezzo.
La sorpresa è sempre una bella emozione.
La confezione vale sempre almeno quanto il gadget, quasi sempre di più.
Qualcosa che dica… – qualcuno ci ha pensato! –
Un gioco.
Una bella forma, una superficie piacevole, un materiale naturale.
Una bella cosa da ricordare e da raccontare.
Qualcosa da collezionare.
Per realizzare un gadget efficace a prescindere dalle disponibilità economiche è necessario del tempo.
Se c’è qualcosa in vista pensiamoci subito.

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