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less is more… ‘na cippa

Togliere tutto.
Il mio lavoro è sempre stato in bilico tra due atteggiamenti opposti. L’ossequio radicale alla regola di Mies da una parte e il decoro, l’invenzione, l’aggiungere dall’altra.
Due spinte radicali.
La pagina bianca, ridurre tutto a un unico segno e lasciarmi andare alla trasgressione, al colore saturo, alle linee curve, all’esagerazione.
Poi basta. Il rigore va benissimo e la follia pure.
Un segno rettangolare può giocarsi tutto da solo, diventare spazio, emozione, colore, tagliare come una lama boschi, prati, cieli, visi, muri, distese di asfalto, terra. Può segnare i contorni quadrati dei miei recinti. Una riga sottile può ripetersi, intrecciarsi e annegare in un sedime di foglie marce o tra le vene superficiali, i capelli e le rughe di uno sguardo. La natura mescola tutto, esagera e poi toglie. Lastre blu fatte di nulla si gonfiano di strisci neri, di vento e di pioggia. Texture di pietraie, scarabocchi di boschi, specchi d’acqua su cui appoggio segni.
Restano le simmetrie.
Insopportabili giochi da bambini che fanno paura e non danno vie di scampo. Colpa di spazi troppo stretti o troppo affollati, di preesistenze che non posso demolire, di sogni complicati. Sarebbe bastato un attimo ma adesso che sono passate mi tocca scarabocchiarci volute di filo spinato e fumo, punte di tratto-pen e altre piatte grosse quattro dita cariche di inchiostri neri.
Less is more… ‘na cippa!

il tuo colore

Qual è il tuo colore?
Sei soddisfatto del colore che hai scelto? Esistono colori giusti e colori sbagliati?Capitano giorni in cui tutto è magenta, fucsia o turchese. Giorni di follia e di rinsavimento.

In un progetto di immagine coordinat
il colore è già lì… nelle cose, nel nome, nella forma, eppure la scelta finale dell’inevitabile Pantone è sempre un parto. Un lunghissimo travaglio o un cesareo veloce e violento.

ROSSO rubino e pomodoro
È solo Rosso Ferrari, non si può sbagliare. Oppure Rosso Valentino, Rosso Coca–Cola, Rosso Bandiera… Rosso… Natale, Rosso amore, cuore, passione. I rossi iconici dei grandi brand non ci sono nelle mazzette Pantone. Si vagheggiano come figure mitologiche che fluttuano tra il 185 C e il 485 C ma in realtà sfuggono, cambiano e sono parte del mito. ROSSO, colore perfetto e difficile. Non ce n’è di facili. Un colore che è potenza, velocità, decisione. Con le sue contraddizioni, come tutto. Pop e Lusso. Colore da cibi raffinati e mortadelle, da rubini e pomodori.

BLU, il colore di tutti
Azzurro, blu notte, acqua, mare, cielo. Serenità e paura. Dal Blue Tiffany – Pantone 1837 – all’inquietante Pantone Bates Motel Blue.  Azzurri, Blu rassicuranti per definizione. Colori da Social Network, da Assicurazioni, da Banche… o da film del terrore.

VIOLA, il colore della religiosità e del sessoDella creatività e della contemplazione. Mix di rossi e blu dalle infinite variabili. Futuro e Passato. Illumina i percorsi della memoria verso l’antico e dà forma a ciò che possiamo solo immaginare. Colore del Lusso… diamanti, tessuti preziosi, viaggi in Paesi lontani e dell’Alta Tecnologia.

GIALLO, il caldo buono
Indimenticabile nelle tonalità forti dell’arancione, Hermès  o quelle gialle piene di Fendi – Pantone 123 C. Evanescente se troppo chiaro… Paglierino, beige, polvere… Da abbinare al nero, al blu, al viola. Cibi, sigari, tradizione ed ecologia, prodotti della terra e moderna creatività.

Quattro pennellate per saggiare le profondità dei significati che ogni colore assume. Una variazione minima del contesto, della forma e tutto cambia.

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Diciassette regole fondamentali per creare oggetti fantastici

Fa tutto nero o bianco
Ecco questa mi piace. Potrebbe essere la prima regola delle diciassette regole fondamentali per creare oggetti fantastici.

La seconda potrebbe essere – Dagli una superficie lucida
Anche solo un un filo, un punto.

la terza – Fallo morbido
e qui comincio a pensare che non arriverò mai alla 17, pazienza. Certo Lui si era limitato a dieci e aveva avuto un’eternità per pensarci. Calma, non sono tipo da scoraggiarsi facilmente.

La quarta regola per creare oggetti fantastici è – Semplifica tutto

la quinta – Usa un solo materiale
che c’era già nel semplifica tutto.

La sesta è sempre quella – Esagera
che sembrerebbe in contraddizione col – semplifica tutto – in realtà è possibile semplificare tutto in modo esagerato, però è vero, anche complicare. Fare altissimo, lunghissimo e piattissimo e si potrebbe continuare così superlativando.

Settima regola – Usa materiali naturali
una regola che mi piace molto anche se mi piace molto anche la plastica, quella bella.

Ottava – Gli oggetti fantastici devono costare poco
poi l’idea la vendi al prezzo che vuoi.

La nona regola è – Deve emozionare
se funziona benissimo ma non emoziona non mi piace. Preferisco sempre un oggetto che magari non serve a niente ma che emoziona.

Decima – Deve essere bello
ovvio direte, mica tanto.

Undicesima – Facciamolo spiritoso
quasi tutti i grandi designer sapevano scherzare, metterci un po’ d’ironia.

Dodici – Progettiamo per l’eternità
altro che ironia e leggerezza, diamo forma a icone indistruttibili.

Tredici – Deve saper parlare al nostro pubblico
con l’obbligo di scalare le SERP di google, da soli non ce la faremo mai, ma se le il nostro oggetto fantastico sa parlare da solo allora andrà molto meglio.

La Quattordicesima mitica regola è – Mettiamoci una punta di sex appeal
non guasta mai.

Quindicesima – diamogli un nome che spacca!
breve, solo tre lettere, massimo 6, onomatopea, magari palindromo, con una X in mezzo e solo una vocale da ripetere a piacere. Oppure lunghissimo…

Sedici – Facciamolo profumato
un mix di fragranze industriali tipo gomma, acciaio e benzina, oppure solo un soffio di vento fresco al gelsomino, una nota di lucidalabbra, un vago sentore di mare…-
La diciassettesima, l’ultima regola fondamentale
per creare l’oggetto fantastico è farlo in edizione limitatissima, farlo sparire subito e raccontare storie sulle sue apparizioni… racconti allegri, ora tristi, horror, sexi, fantastici… pubblicare foto bellissime in cui però si vede e non si vede e non si capisce un tubo…

Nel caso ne aveste uno per le mani o addirittura fosse ancora solo un bagliore notturno da trasformare in materia chiamatemi che adoro dar forma ad oggetti fantastici.

Parole e immagini “creative”

Comunicare con le immagini e con le parole è una cosa semplice. Ci sono regole elementari che in genere conviene rispettare, ortografia, allineamenti, abbinamenti di colori e di parole. Acquisito l’armamentario di base serve capire quando e come trasgredire, inventare, andare oltre e creare.
Scrivere una mail o un claim è molto diverso.
Nella prima si scrive per comunicare con qualcuno in modo amichevole o più o meno formale. Nella seconda il “tasso di creatività” aumenta e il testo può assumere i toni dell’urlo, la musicalità della canzone, la ripetitività dell’eco, di una poesia, di una onomatopea e i significati delle parole possono essere oscuri, contraddirsi, sovrapporsi in pleonasmi, giocare a rimpiattino di ossimoro in ossimoro e sciogliersi in tutte le figure retoriche possibili.
Ci sono immagini e immagini.
Produrre l’immagine o una serie di immagini per mostrare una casa col fine di venderla è molto diverso dal fotografare la stessa casa per farne la base del poster di un film dell’orrore. Comporre la grafica di un poster che annuncia una svendita è tutta un’altra cosa dal tracciare un grande segno per comunicare la vernice di una mostra.

L’uso creativo della scrittura e delle immagini ha un’infinità di toni, tanti quante sono le persone a cui sono rivolte e le occasioni per usarli.
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Se vuoi approfondire sulla definizione di “creatività” leggi su “nuovo e utile” il sito di Annamaria Testa.
https://nuovoeutile.it/una-definizione-della-creativita/

Ho sbagliato tante volte

Se non mi prendo il rischio di sbagliare non mi emoziono.
Quando capita trovo sempre qualcosa di buono. Quando corro da solo in montagna o cammino in posti che credo di conoscere, solo se mi perdo scopro cose nuove, strade, boschi, ruderi che non ho mai visto. Quanto più mi allontano da casa ed esploro posti mai visti tanto più mi si chiude lo stomaco e percepisco un certo malessere, un senso di smarrimento.

Non devo andare chissà dove. Mi basta uscire dagli schemi.
Gironzolare nei labirinti inesplorati della mente. Provare ad usare suoni, colori, forme verso cui ho sempre nutrito una certa diffidenza.

Provare a mescolare cose che non avevo mai messo insieme.
È come preparare piatti con ingredienti mai assaggiati prima. La base sarà ancora un riso bollito, un trito di cipolla, una frittata, una crema… La solita linea curva, perfetta, un’ellisse sensuale, un quadrato, una spirale… Una pezza di cotone o di seta… Ma se poi ci metto altre cose… forme, sapori, colori, parole mai usate prima, ecco che comincio a divertirmi anche se mi vengono le vertigini e devo imparare in fretta a governare la barca.

Sbagliare tutto è solo questione di un attimo ma non è detto che il risultato sarà cattivo, magari mi stupirà e sarà bellissimo.
Mi piace trovare nuovi sentieri… mettere insieme sottili lastre d’alluminio intarsiate, sassi rotondi, neri, schegge di vetro viola dai contorni d’oro per comporre la trama di una porta, un anello, un vaso, il risvolto di una giacca…

Senza paura di sbagliare, perchè se fai quello che hai sempre fatto, otterrai quello che hai sempre ottenuto.

#sbagliare #trovare #sperimentare #serendipity #progettare #percorsicreativi #sorprese #emozioni #oooh #pensierolaterale #strategieoblique #risultatiinattesi #maldimare #comfortzone #learningzone #paniczone

Bisogna imparare a giocare

Giocare è una cosa seria.

Non solo per i bambini ai quali dovremmo dare tutto lo spazio, la libertà e gli stimoli perché possano inventarsi giochi fantastici, ma anche per gli adulti. Non dovremmo mai smettere di giocare. Se poi di mestiere tocca usare la creatività tutti i giorni meglio tenersi allenati. Ho avuto la fortuna di avere insegnanti fantastici, precursori di teorie pedagogiche innovative. Quando da adulto ho incontrato le carte che Buno Munari aveva tratto da “La morfologia della Fiaba” del linguista russo Propp, ho rivisto le mie interrogazioni alle medie in cui si giocava a carte con vassalli e regine rischiando brutti voti buttando là fanti a caso davanti a un Barbarossa.

Lo “schema della fiaba” di Propp
con le sue 31 funzioni, a saperlo usare con la necessaria spregiudicatezza permette di scrivere qualsiasi cosa, dal romanzo della vita al Company Profile, ma bisogna aver imparato a giocare, a non prendere tutto per oro colato, a capire quando si può barare, bluffare, andare a vedere e quando no.-Se hai voglia leggi “Grammatica della Fantasia” di Gianni Rodari e “Fantasia” di Bruno Munari, oppure direttamente “La morfologia della Fiaba” di Vladimir Propp.

Le carte con le 31 funzioni di Propp si trovano un po’ dappertutto in rete.

Le “Oblique Strategies” di Brian Eno e Peter Schmidt sono l’altro mazzo di carte che vengono in soccorso ad una creatività appannata

Acquistabili sul sito di Eno, ne ho trovate versioni on-line senza verificarne l’origine e ancora in formato cartaceo anche su Amazon.

Il gioco è semplice. Non sai che fare? Che strada prendere nel bel mezzo di un progetto creativo o davanti alla pagina bianca? Estrai una carta a caso o clicca sul pulsante dell’app e leggi. La frase può essere perentoria, tipo – ricomincia tutto daccapo – o sibillina, come – sempre i primi passi – in un caso e nell’altro cogli l’ispirazione e… gioca!

Per acquistare le carte originali – Oblique strategies –

nuova pasqua

nuovo giorno, nuova idea, nuovo spirito, nuovo corpo, nuova luce, nuovo sguardo, nuova ricerca, nuova sorpresa, nuova parola, nuova nascita, nuova strada, nuovo cliente, nuova storia, nuova forma, nuova linea, nuovo oggetto, nuova musica, nuova aria, nuovo progetto, nuovo materiale, nuova acqua, nuova casa, nuova città nuova voce, nuovo occhio, nuova mano, nuovo segno, nuova comunicazione, nuovo design, nuova fabbrica, nuova scuola, nuovo colore, nuovo pensiero, nuovo uomo, nuova immagine, nuovo mondo, nuova creatività, nuovo lavoro, nuovo tempo, nuova esposizione, nuovo logo, nuova corsa, nuova identità, nuovo stile, nuovo centro, nuovo contenitore, nuova mezzo, nuova azione, nuova arte, nuovo spazio, nuova dimensione, nuovo ordine, nuova simmetria, nuova natura, nuovo taglio, nuova rete, nuovo rito, nuova relazione, nuova ombra, nuova emozione, nuovo gioco, nuova foto, nuovo oggetto, nuova stagione…

È importante predisporsi continuamente al cambiamento.

Nuova Pasqua!

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Bianco e Nero obbligatorio

Bella la Corporate Identity

giusto che tu sia rigoroso con la tua Grafica Istituzionale, ma ci sono occasioni in cui, per essere visibile, devi cambiare e aver a portata di mano soluzioni alternative.

Qualunque forma abbiano il tuo logo e la tua immagine aziendale è importante avere a disposizione le forme giuste per affrontare situazioni diverse.

Grandi insegne su edifici aziendali, cartelli stradali, apparizioni video, eventi, shopper…  Quando comunichi con chi ti guarda da lontano o quando hai pochi secondi per mostrarti, è necessario eliminare il superfuo e andare al sodo.

Tra tutte le opzioni creative a disposizione, portare tutto in bianco e nero, è quella indispensabile, da tenere sempre a portata di mano.

Qualsiasi siano i tratti e i valori distintivi della tua immagine aziendale sarà sempre possibile tradurli in bianco e nero.

Spesso non si può fare altrimenti.

Anche Pantone quando è necessario lo fa.

Predisponi il tuo logo e tutti i materiali necessari per comunicare anche in bianco e nero.

In modo semplice, chiaro, leggibile… originale e bello.

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