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I tempi della creatività

Per chi lavora con la creatività per le aziende il tempo è fondamentale.
Per soddisfare il cliente.
Per non sforare i costi.
E soprattutto per ottenere buoni risultati.

All’inizio c’è l’idea

il gesto, lo scarabocchio, il segno che chiarisce tutto, il momento dell’ideazione.

Poi c’è il ritmo del progetto

il tempo razionale in cui l’idea diventa concreta.

Alla fine c’è il tempo della riflessione
dell’apparente inoperosità, della lentezza. Il tempo della sedimentazione. Il tempo che trascorre aspettando che la percezione diventi consapevole.
Quante volte il disegno di un logo, l’impaginazione di un catalogo, il disegno della curva di un oggetto, il progetto di una seduta, di un contenitore, di un ornamento, dopo i disegni o addirittura dopo la realizzazione del prototipo, quante volte siamo rimasti cosí, sospesi, come nell’attesa che debba ancora succedere qualcosa. Lì inizia il tempo necessario per digerire il prodotto della creatività, lasciare dissolvere le emozioni che ci hanno sostenuto e cogliere l’essenza. Pulire lo sguardo da incrostazioni emotive per vedere meglio e riuscire a giudicare, accettare il risultato o intervenire di nuovo.
Così per ogni azione creativa dovremmo prenderci del tempo.
Invece i tempi della creatività sono troppo spesso compressi dalla necessità di rendere immediatamente produttivi i costi. Così è normale che una lunga riflessione finale venga percepita come “perdita di tempo”.
Allora, meglio introdurre momenti di verifica durante tutto l’iter progettuale.
Una creatività STOP and GO che alla fine renda più veloce l’approvazione e permetta di passare in tempi corretti alla produzione.

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