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Cerca parole vere

Raccontare non vuol dire solo raccontare favole. Le parole disegnano le forme, sottolineano le fotografie, raccontano percorsi progettuali. La sedia sinuosa, la collana lunga, la bottiglia cicciotta, i tempi andati, i gruppi di famiglia, i progetti per il futuro… Storie di idee, di persone, di materiali, di scarabocchi e di tentativi qualche volta finiti bene e altre andati male.
Per raccontare le cose che si possono toccare e i giorni del lavoro bisogna cercare parole vere.
Non si tratta solo di scrivere o parlare in modo più o meno semplice.

Si tratta di non indorare per forza la pillola ma avere il coraggio di dire la verità, di raccontare le mani sporche e i tentativi sbagliati, i materiali rovinati, i confronti duri, la ripetizione infinita di gesti meccanici, i segni di lima sempre uguali, così per anni, fino a quando improvvisamente prendono un altro verso per errore, per noia o chissà perché e nasce qualcosa che avrà fortuna.
Raccontare segni e forme impossibili senza la consuetudine quotidiana con gli attrezzi e le macchine. Storie di sbagli, di idee nate male che han fatto dannare prima di lasciar venire fuori quello che tenevano nascosto.
Racconti di materiali troppo duri o troppo teneri, di attese lunghe mesi, di temperature troppo alte o troppo basse, di decimi di millimetro, di meccanica, di chimica e di buon senso, racconti di matite buttate dalla finestra e di improvvisi strisci neri nati impaginati… perfetti!

Bisogna cercare le parole vere, qualche volta brutte e cattive che però funzionano come macchine emozionanti ma…
Attenzione che bum!
La retorica a buon mercato ci aspetta con la didascalia del gruppo di famiglia, con il racconto dei festeggiamenti del decennale, con la presentazione del nuovo cocktail, della nuova macchina, del nuovo sito internet, del nuovo catalogo…

Hai un progetto in ballo? Vuoi parlarne?

qualcosa di vero

Raccontare con efficacia l’azienda e i suoi progetti vuol dire essere credibili, veri.
Le parole devono mostrare le forme, sottolineare le fotografie, rendere chiari i percorsi progettuali.
La sedia sinuosa, la collana trasformista, la mantella luminescente, la bottiglia leggera…  Storie di idee, di persone, di materiali, di scarabocchi e soprattutto… di tentativi inutili, di sbagli, di casualità.
Per raccontare la storia di un’azienda, lo sviluppo di un’idea che diventa progetto e si materializza in qualcosa che si può toccare bisogna cercare parole vere, mostrarci per quello che siamo.
Facciamola finita con le frasi fatte, con le parole che a furia di essere ripetute non vogliono dire più niente, parole e frasi che si sgonfiano come vecchi palloncini.
I nostri prodotti esclusivi… flop
Dal lontano 1995 abbiamo sempre cercato… flop
Lavoriamo da sempre con passione… flop!
La ricerca del mood… flop!
L’essenza del design… flop!
Non si tratta di scrivere o parlare in modo più o meno semplice.
Per  raccontare i progetti bisogna avere il coraggio della verità, di raccontare le mani sporche e i tentativi sbagliati, i materiali rovinati, i confronti duri, le liti, gli amori, i tradimenti.
Bisogna cercare parole vere, che funzionino come macchine emozionanti, ma attenzione è un attimo e… flop!
La retorica a buon mercato ci aspetta tutti, esserne consapevoli è un buon punto di partenza.

Vi prego. Qualcosa in più della solita retorica, della solità banalità, della solita chiacchiera. Qualcosa di vero.
(Fabrizio Caramagna)

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