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Tagli e ritagli

Saper inquadrare e tagliare cambia le fotografie.

Una foto può essere bella oppure brutta, al di là dello scatto, delle infinite possibilità di elaborazione grafica e di fotoritocco oggi disponibili.

Il modo di tagliare e impaginare una foto la cambia completamente.
Qualche riflessione sul momento dello scatto e del perché in genere i fotografi mi odiano cordialmente.

Quando scatto una foto mi viene spontaneo, come a tutti, di scegliere immediatamente il taglio che voglio dare all’immagine. Inquadrare è una delle prime azioni creative che facciamo tutti fotografando. Scatto! E in un attimo scarto migliaia di altre immagini possibili.
Bello! Fa parte del gioco.

Se però l’immagine che sto scattando, o un fotografo sta scattando per me e per l’azienda che rappresento, farà parte di un progetto di comunicazione, sarà utile allargare un po’ il campo di ripresa per poter poi utilizzare quell’immagine con tagli diversi.

Tanto più l’immagine è significativa, tanto più vorrò utilizzarla a corredo di strumenti diversi, che richiedono tagli diversi.
È la legge dell’immagine coordinata, la stessa foto dovrà poter occupare formati orizzontali e verticali mantenendo la stessa carica emozionale.

Il taglio di un’immagine fa la differenza.

Io cerco sempre di ricordarmi di allargare l’inquadratura, anche se al momento mi sembra di togliere qualcosa allo scatto. Purtroppo quando mi capita di suggerirlo al fotografo di turno, in genere mi guarda come si guarda un cretino rompipalle. Come un ladro che gli sta rubando un po’ del suo spazio creativo. Ha ragione, lo capisco, ma quello spazio verrà usato dopo, con il tempo necessario per scegliere.

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