fbpx

Articoli

L’idea per attrarre Il tuo Pubblico

Cosa cerchi quando vuoi costruire l’identità della tua attività?
Un’idea chiara e che attragga il tuo pubblico. 
Può essere ovunque.

– Colori inusuali
Piccole macchie. Righe sottili. Segni che si ripetono su tessuti, lastre di pietra, biscotti… Una tonalità particolarissima di malva, salvia, beige, mattone, tortora… ricordandoti che sarà un casino ripetere ovunque quella tonalità esatta, ma questo già lo sai e fa parte del gioco.

– Voci, musiche, rumori, suoni, canzoni…
Squilli, campane, note ripetute, ritmi e silenzi da apertura di cellophane, stridii, clacson, boing di rimbalzo, schiocchi, frammenti di colonne sonore, urla e… le tre note di quella vecchia canzone che sanno tutti.

– Materiali malmessi
Acqua che compare dappertutto, minacciosa, in pellicole trasparenti. Fiamme, sabbia, vento, per tessuti leggeri, schermi digitali, occhiali, e cappellini a fiori… Quella del materiale che parla solo di te è una strada difficile. Il Vantablack non si inventa tutti i giorni.

– Luci invisibili
Fili luminosi tessuti su corpi glabri. Piccoli lampi da pillole solari, eliche eoliche per sottilissimi neon ritorti su curve barocche. Piccole lastre abbaglianti per gioielli evolutivi… Giocare con la luce sta diventando sempre più interessante.

– Profumi sottili come lame
Segnali, sentieri voluttuosi, nuvole colorate di feromoni. Sentori di vaniglia, di vetro e di plastiche, tecnologie nuove, auto, legni antichi, muffe. Indimenticabili marchi invisibili…

– Superfici, carezze e pugni
Curve lisce come iperboli, onde ritmiche, linee gelate, ustioni mentali. Tiepidi, piccoli soft touch ovali, velluti punteggiati da occhi lucidi, spine di vetro, spirali umide da perderci le dita. Scatole, croste scheggiate, unghie e gessi striduli…

– Parole da amare o odiare
Evanescenti variazioni, scie lunghe, silenzio, buio, ombra, nero, rosso, curva morbida e sinuosa, lastra sottile, strisce, cosce, trasparenze, tagli, lame, abbagli… Sono infinite le parole che amo senza un motivo. Odio “variegato” e ora non me ne vengono altre.

Prendere un colore, un profumo, un segno, una musica… e cucirli con chilometri di storie, creando forme, paesaggi, pareti di stanze, tessuti, piccoli bar, bottiglie di vino, anelli, maglie, sedie… È un gran lavoro!

scrivo per passione e per lavoro

Scrivo per lavoro.
Per aziende molto diverse tra loro: produttori di gioielleria, aziende agricole, produttori e rivenditori di mobili e oggetti d’arredamento, concerie e aziende che lavorano il ferro e materie plastiche. Scrivo per chi sa inventare la luce e per tutti quelli che han voglia di accendere i sogni.

Scrivo delle persone che si mettono in gioco, inventano, investono, lavorano, producono, vendono, creano relazioni e ricchezza. Scrivo delle tecniche di produzione, di quello che san fare le mani, le macchine, delle qualità dei materiali, dell’aria e della terra. Scrivo della fantasia, della creatività, dell’impegno, dell’abnegazione, delle difficoltà e della ricchezza, della fatica e delle soddisfazioni. Scrivo di numeri e di chi sa far quadrare i conti. Scrivo storie di famiglie e storie d’amore. Storie di gran colpi di culo e di sfiga nera. Scrivo di passioni e di emozioni, di sapori e profumi intensi, di forme sensuali, di paesaggi e colori. Scrivo di sport, di allenamenti e di belle sconfitte. Di corse lunghe e di silenzi. Scrivo i racconti dei clienti e delle fantasie che mi ispirano le fabbriche, le fiere, le notti, del bagliore del fuoco e della trasparenza del ghiaccio. 

Scrivere lascia molto più spazio alla fantasia di quanto non faccia una fotografia, eppure la scrittura sa essere infinitamente più puntuale e precisa quando serve. Sa emozionare e scuotere toccando i tasti giusti. Fa pensare, fa piangere e ridere esattamente su ciò che noi vogliamo. 

La scrittura deve essere semplice ma non banale.

Scrivo per il catalogo da stampare e per il web, un occhio alla grafica e l’altro alla SEO. Scrivo per la didascalia a corredo di un’immagine, per raccontare la storia lunga più di un secolo e l’evento di una sera. Scrivo per blog, newsletter e per Instagram, Facebook, LinkedIn e Twitter. Scrivo per ridere e per celebrare una ricorrenza importante con la monografia aziendale. 

Un testo può essere lungo e scorrere veloce, leggero, pungente… farci sorridere o incazzare ma alla fine deve lasciarci con la voglia di continuare.

Mi piace far sentire la voce e dare spessore alle idee di chi lavora.

qualcosa di vero

Raccontare con efficacia l’azienda e i suoi progetti vuol dire essere credibili, veri.
Le parole devono mostrare le forme, sottolineare le fotografie, rendere chiari i percorsi progettuali.
La sedia sinuosa, la collana trasformista, la mantella luminescente, la bottiglia leggera…  Storie di idee, di persone, di materiali, di scarabocchi e soprattutto… di tentativi inutili, di sbagli, di casualità.
Per raccontare la storia di un’azienda, lo sviluppo di un’idea che diventa progetto e si materializza in qualcosa che si può toccare bisogna cercare parole vere, mostrarci per quello che siamo.
Facciamola finita con le frasi fatte, con le parole che a furia di essere ripetute non vogliono dire più niente, parole e frasi che si sgonfiano come vecchi palloncini.
I nostri prodotti esclusivi… flop
Dal lontano 1995 abbiamo sempre cercato… flop
Lavoriamo da sempre con passione… flop!
La ricerca del mood… flop!
L’essenza del design… flop!
Non si tratta di scrivere o parlare in modo più o meno semplice.
Per  raccontare i progetti bisogna avere il coraggio della verità, di raccontare le mani sporche e i tentativi sbagliati, i materiali rovinati, i confronti duri, le liti, gli amori, i tradimenti.
Bisogna cercare parole vere, che funzionino come macchine emozionanti, ma attenzione è un attimo e… flop!
La retorica a buon mercato ci aspetta tutti, esserne consapevoli è un buon punto di partenza.

Vi prego. Qualcosa in più della solita retorica, della solità banalità, della solita chiacchiera. Qualcosa di vero.
(Fabrizio Caramagna)

Seduzioni

Design e comunicazione, forme, parole e immagini del mare magnum che chiamiamo mercato galleggiano tutti nel brodo di emozioni della seduzione.

Forme curve o spigolose, semplici o complesse attirano le nostre mani o le respingono.

Materiali morbidi, lisci e caldi o ispidi, duri e freddi, trasparenti, lucidi o opachi, dai colori accesi o grigi,
accendono sensazioni primitive, desideri o paure ancestrali.

Suoni piacevolmente suadenti o cacofonie aritmiche, voci calde e profonde, trilli di bimbi, gorgoglii… si imprimono nella memoria come richiami di Sirene.

Profumi delicati dalle note rarefatte quasi indistinguibili e odori grossolani dolciastri, acidi fanno click e ci accendono.

Parole semplici e vere attirano l’attenzione e toccano. Sollievo dalle solite tiritere finte piene di paroloni inutili. Parole che accarezzano e righe di gessi lunghi sulla lavagna secca.

Abbiamo sempre a disposizione un abaco infinito a cui attingere.
Progettiamo oggetti dalle linee attraenti che sappiano vendersi da soli.
Avvolgiamoli nell’aura di un packaging che stupisca, attiri e chieda d’essere svelato.
Circondiamoli con colori, parole, grafica e storie coerenti con l’immagine della nostra azienda.
La seduzione è fatta di equilibri difficili, di azzardi pericolosi e di invenzioni che stanno in piedi perché ogni elemento fa la sua parte.

× Contattami