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CREATIVI VS AZIENDE

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Sei daccordo con me che il lavoro creativo in azienda si fa in due?
Sono certo di sì. Il creativo da una parte e l’azienda con chi la rappresenta dall’altra.  Da parte dell’azienda sarebbe utile trarre i maggiori benefici dalla collaborazione con i professionisti che paga mettendoli nelle migliori condizioni per fare il loro lavoro.
Cercare di rendere chiari gli obiettivi.
Fornire tutti gli strumenti e le informazioni utili disponibili.
Fissare dei budget credibili, adatti agli obiettivi che ci si prefigge.
Definire dei tempi congrui.

Soprattutto avere fiducia reciproca, remare tutti nella stessa direzione.
Se invece si vuole assoldare un killer… (scusami, dato il verbo mi è scappato) un designer, un copy, un art–director, un social–media manager o qualsiasi altra figura di professionista perché faccia da manovale realizzando pedissequamente quello che frulla in testa al titolare o a chi per esso, l’idea è sbagliata. Sono soldi buttati dalla finestra. Peggio, soldi spesi per farsi del male.
Se poi le idee che frullano in capo alla direzione aziendale e che si vogliono imporre al creativo di turno sono tantissime e molto confuse possiamo star certi che sarà un bagno di sangue (per restare in tema con il killer di prima).
Scegliersi perché c’è stima, perché c’è feeling è fondamentale.
Teniamo presente che chi propone soluzioni creative è sempre in una posizione di debolezza nei confronti di chi le vaglia e dovrebbe approvarle. Qualcuno bravo diceva    distruggere un’idea creativa é semplicissimo, basta indire una riunione  –  e sappiamo tutti come si svolgano certe riunioni/macelleria.
Sviluppare progetti creativi non è una guerra di tutti contro tutti per affermare la propria bravura o il proprio potere.
Quello tra Creativo e Direzione Aziendale dovrebbe essere un incontro di competenze diverse, la ricerca di soluzioni adatte a far crescere l’azienda.

Quando ci incontriamo meglio guardarci in faccia e capire se si possa davvero lavorare insieme.

UN CARTELLO GIALLO

UN-CARTELLO-GIALLO

 

Spesso capita di girare a vuoto in macchina cercando un locale, un’attività, un negozio.  L’altra sera ero stato invitato a una festa in un locale di cui conoscevo approssimativamente la posizione ma i lavori della Pedemontana Veneta che cambiano la percorribilità delle strade in continuazione mi facevano girare in tondo. Dopo un buon quarto d’ora di giri scorgo un ipotetico cartello del locale con la freccia che mi indica di imboccare la strada martoriata che affianca  una zona industriale. Il cartello riportava la grafica del biglietto che avevo in tasca. Caratteri sottili e aggraziati, Times forse, stampati a colori tenui, un fucsia slavato su di un fondo beige. Un cartello 80×100 che speravo si sarebbe ripetuto con frequenza crescente per portarmi a destinazione. Niente da fare. I cartelli ci saranno anche stati ma di sicuro li avrò confusi con quelli delle tante altre attività della zona. Per  fortuna con Google-maps a forza di girare sono arrivato a destinazione.
Allora…
Bella la Corporate Identity, giusto essere rigorosi con la Grafica Istituzionale, ma se ci rivolgiamo agli automobilisti meglio un bel cartello giallo!
Un cartello giallo con una scritta nera, come quello di Bocca di rosa. Un cartello che non deve essere per forza banale come quelli dei ristoranti a prezzo fisso per camionisti. Un cartello giallo con un disegno, un simbolo, un segno nero.  Una scritta breve e ben visibile composta solo dal nome dell’attività e dalla freccia che indica la direzione. Da un logo nero, se avete la fortuna di avere un logo che funzioni, su un bel fondo giallo.
Grande, semplice, chiaro, leggibile… e magari anche originale e bello.

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