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IL NOME DELLA COSA

IL-NOME-DELLA-COSA_1000Come caspita si fa a trovare il nome giusto per un oggetto?
Un nome che sia facile da ricordare, facile da pronunciare, che ricordi immediatamente il suo contenuto, che sia simpatico, originale… Come si fa a trovare il nome che aiuti a vendere il prodotto che lo porta?

Dieci consigli utili:

1 – Facciamo una bella googlata per capire che razza di nomi hanno dato i nostri concorrenti a prodotti simili.
Perché se non è obbligatorio essere originali per forza, usare un nome già in uso oltre a crearci possibili guai non ci aiuterà di certo a vendere il nostro oggetto. La nostra ricerca ci aiuterà anche a scartare i nomi che già compongono un dominio nel web.

2 – Cercare, cercare, cercare… soprattutto intorno a noi, alla nostra azienda, alle persone con cui lavoriamo, ai luoghi che frequentiamo… ai materiali e alle tecniche produttive che usiamo… perché cercando nel nostro  mondo sarà molto più facile scegliere un nome che ci appartenga e che ci identifichi.

3 – Partire dalla forma dell’oggetto in questione o dal materiale con cui è fatto può aiutare ma più spesso ci porta a ripetere giochini già fatti.

4 – Inventare il nome di una cosa spesso significa costruire davvero una parola nuova. Potremo partire da una parola che ci ispira il nostro oggetto e giocarci sostituendo delle lettere, magari cambiando solo una vocale, passando per esempio da “carta” a “certa” o facendo altre sostituzioni, aggiunte…

5 – Attingere al vocabolario di una lingua straniera può aiutare. Facciamo attenzione al reale significato di quella parola e stiamo ugualmente attenti al significato che un termine italiano può avere nelle lingue dei paesi che compongono il nostro mercato. Al suono più o meno gradevole, ai possibili doppi sensi.

6 – Lo scopino per il bagno “merdolino” di Alessi ci ricorda che sorprendere e far sorridere è sempre una buona idea.

7 – Le sigle e i numeri sono decisamente impersonali e non solleticano particolarmente la fantasia e la memoria ma messi in contesti inusuali, come la moda per esempio, possono creare effetti interessanti. Il N. 5 di Chanel è un profumo che si ricorda a prescindere dal fatto che sostituisse il pigiama di M. M.

8 – Se non ci viene in mente niente… la letteratura, il cinema, l’arte sono pieni di immagini a cui far riferimento, di tecniche creative da imitare.

9 – Scriviamo un elenco dei nomi che ci vengono in mente e ad essi proviamo ad associare un carattere, immaginiamolo come un logo. Ripetiamo i nomi che ci sembrano funzionare meglio e ascoltiamo il loro suono. Chiediamo cosa ne pensano alle persone che ci circondano e di cui ci fidiamo. Alla fine toccherà a noi decidere ma sentire altri pareri ci aiuterà.

10 –  Inventare un metodo per cui i prodotti della nostra azienda nasceranno tutti dallo stesso processo può rafforzare l’identità aziendale. È necessario però che il meccanismo abbia in sé una certa quantità di imprevedibilità creativa. Chiamare tutti i nostri prodotti con nomi di fiori, o di animali, o di fiumi è un esercizio a cui ci siamo applicati tutti troppo spesso.

Leggi anche – IL NOME GIUSTO

UN OTTO MARZO INFINITO

L’otto Marzo dovrebbe essere tutti i giorni!
Se sei d’accordo condividi la cartolina qui sotto… 

È-SEMPRE-la-FESTA-della-DONNA_

 

Perchè è sempre LA FESTA DELLA DONNA!

 

DESIGN FEMMINILE e DESIGN MASCHILE

DESIGN-MASCHILE-E-FEMMINILETra poco è l’otto Marzo, la festa della donna e quindi anche delle designer, in vista di questa ricorrenza mi viene da chiedermi: esiste un design femminile e uno maschile?
È possibile distinguere facilmente le caratteristiche dell’uno e dell’altro?
Si attribuiscono in modo un po’ facilone al “design femminile” il calore, la morbidezza, la sinuosità delle linee curve, la giocosità, la ridondanza della decorazione. In contrapposizione si pensa al “design maschile” come a quello che propone oggetti spigolosi e freddi, dall’aspetto minimal, dalle superfici piatte e dai colori uniformi in cui la decorazione è bandita.
Ma è vero?!
Non lo so, credo convivano così tanto maschile e femminile in ciascuno di noi che penso sia difficile distinguere il genere della creatività.
Facciamo un esperimento, vi presento una sequenza di immagini, vediamo se riuscite a scoprire quanti uomini e quante donne stanno dietro a questi oggetti.

Qualcuno è troppo famoso, se sapete già chi l’ha disegnato passate oltre e giocate con quelli di cui non conoscete la provenienza.
Prendete nota se secondo voi l’ha disegnato un uomo o una donna e poi scorrete in fondo per vedere chi sono i progettisti.

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1 – WOOPY – Sinuosa poltrona in polietilene disegnata da Karim Rashid per B-Line.

2 – CUMANO – Tavolino pieghevole di Achille Castiglioni per Zanotta.

3 – FORMA – Grattugia scultorea creata da Zaha Hadid per Alessi.

4 – SENZAFINE – Collana in argento disegnata da Lella e Massimo Vignelli per San Lorenzo.

5 – MALLORCA – Ondeggiante servizio di piatti di Paola Navone per Crate and Barrel.

6 – ANNA G.Alessandro Mendini dedica il celebre cavatappi di Alessi ad Anna Gili stilizzando il volto della sua collaboratrice e musa ispiratrice.

7 – ZANT 03 – Poltroncina imbottita con struttura in frassino di Patricia Urquiola per Very Wood.

8 – IPANEMA with Philip Starck  – Sandali versatili dall’aspetto minimal disegnati come dice il nome da P.S. per Ipanema.

Quattro uomini, tre donne e una coppia di designer.
Sono curioso di scoprire quanti ne avete azzeccati!

 

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