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DIREZIONE CREATIVA, DIREZIONE ARTISTICA, DESIGN E STRATEGIA

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La direzione creativa è la funzione in cui la direzione artistica ed il design si intersecano con la strategia.

Ehm… cerchiamo di spiegarci meglio.

La direzione artistica riguarda soprattutto il feeling che un determinato lavoro riesce a trasmettere; nel caso ad esempio di un sito internet, dipende dal direttore artistico il fatto che sia elegante, oppure vagamente retro, o ancora ipertecnologico e futuristico. Si può dire che la direzione artistica riguarda soprattutto l’aspetto di qualcosa, ma anche il cosiddetto mood, ovvero lo stato d’animo che si vuole trasmettere a chi ne fruisce. Il direttore artistico è presente in fase di shooting fotografico, ad esempio, per dare indicazioni al fotografo circa l’atmosfera da creare nel set, la scelta di luci più morbide o contrasti più decisi, e così via.

Il design riguarda gli aspetti più tecnici di un lavoro, prendiamo ad esempio una pagina pubblicitaria: dopo che la direzione artistica ha stabilito il mood, il design si assicura che i testi siano allineati, che i colori abbiano il giusto livello di saturazione e contrasto, che l’immagine abbia la risoluzione adeguata per la stampa, che ci siano ordine ed equilibrio grafico sulla pagina.

La strategia, infine riguarda il modo in cui raggiungere gli obiettivi condivisi con il cliente, i canali da utilizzare a seconda del target che si intende raggiungere e a cui ci si rivolge. Una campagna promozionale relativa ai fondi di investimento non verrà promossa in un social network come Tumblr, densamente popolato da adolescenti e giovani adulti, ma privilegerà campagne adsense su Google ed annunci su Facebook, che permette di selezionare età, interessi e posizione geografica del target a cui mostrare l’annuncio.

Il direttore creativo è il trait d’union tra tutte queste funzioni: ha una visione generale e competenze professionali abbastanza diversificate per assicurarsi che tutte le diverse funzioni necessarie vengano svolte nel modo migliore, e comunque secondo criteri di coerenza ed armonia. Ha la responsabilità finale su tutte le altre funzioni: ad esempio, se una pagina ADV (la cara, vecchia pubblicità) sembra avere un’ottima idea di base ma è priva di un buon design a livello visuale, la responsabilità è del direttore creativo, che funge da “collante” e soprattutto da coordinatore tra le varie funzioni.

In MARANGON DESIGN ci occupiamo di tutti questi aspetti con una visione strategica unitaria.

(contenuti adattati da: danielmall.com)

TUTTI IN FIERA

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Settimane convulse di fiera in fiera.. fiere che si accavallano a Milano, a Vicenza, a Rimini… 
Un lavorio frenetico intorno agli ultimi ritocchi sugli stand, alle  nuove collezioni, alle immagini, alle brochure, stampe, video, modelle, receptionist … tutto un mondo da inventare che durerà quattro, cinque giorni e, si spera, alimenterà il lavoro dei prossimi mesi.
Cose che filano via lisce che proprio non ci speravi e rogne da improperi in tutte le lingue immaginabili, con un uso colorito e greve di tutti i dialetti natii che da buon lombardo/veneto non mi risparmio proprio.

Alla fine ci si arriva sempre.
In un modo o nell’altro l’azienda mostra la sua faccia.
Bella, liftata, senza nulla fuoriposto da sembrare finta o tutta sgarrupata come ci fossimo svegliati di colpo cinque minuti prima e corressimo all’appuntamento della vita con le braghe del pigiama in mano, i calzini spaiati con la faccia e l’acconciatura di chi ha sbattuto contro un tram come in quella vecchissima pubblicità che recitava:
– Scusate! Abitualmente vesto Marzotto! –  e mostrava uno stralunato impiegato di banca nel pentolone di una tribù antropofoga.

Poi c’è chi arriva in fiera esibendo il semplice splendore della faccia di tutti i giorni.
Niente trucchi pirotecnici, niente trovate esilaranti, solo se stessi, così come ci si presenta tutti i giorni al pubblico, alla clientela che ci riconosce subito con una certa soddisfazione. Si chiama Corporate Identity e non è una cosa che si trova per caso o si compra dall’agenzia strafiga, obbligatoriamente milanese, che impacchetta l’immagine della tua azienda con un bel fiocco a pois! E’ un percorso più o meno lungo, più o meno costoso, un cammino di persone che incontrano altre persone e insieme raggiungono la consapevolezza di dove vogliono andare, di chi vogliono essere, di cosa vogliono fare.

E al centro di tutto ci sei tu! Il paròn! Come si diceva affettuosamente una volta.
Padrone di un’idea che ti assomiglia, con la voglia di svilupparla e vederla crescere.
L’identità aziendale, il branding… ecc… ecc… e tutte le parolacce del marketing che vien voglia si frantumino i denti a chi le pronuncia, hanno un senso solo se partono dalla personalità dell’imprenditore, dai suoi valori, dalle sue passioni, così che sviluppando un progetto di marca, di identità aziendale si percepisca che è una cosa vera, una bella faccia che dica qualcosa, non un ghigno plastificato da contrabbandare per sorriso.
Un’azienda che produca quello che sa fare meglio, come lo sa fare meglio, senza inseguire tutti i mercati, piegandosi a tutti i venti col rischio di non avere più identità e nessun mercato.

Ecco, mi sono lasciato trascinare dalla foga!
Normale, siamo in fiera, se ne vedono di tutti i colori e si perde un po’ la testa.
Chi è andato a vestirsi di tutto punto alla boutique appena aperta in centro, chi si è messo i primi stracci che ha trovato e chi si veste da sempre in un certo modo, o almeno prova a capire a sperimentare come vuole essere, chi vuole essere, riuscendo a mostrare identità per essere riconoscibile in fiera e… dappertutto!

INNOVAZIONE e TRADIZIONE

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Tutto il mio lavoro corre sulla linea sottile che divide innovazione e tradizione.
Ci pensavo in questi giorni così che ieri mi ha colpito una frase letta per caso.
“Se continui a fare solo quello che hai sempre fatto arriverai solo dove sei già arrivato”.

Vero, ho pensato subito.
Bisogna avere il coraggio di cambiare, di percorrere strade nuove, di rompere con il passato, con la pubblicità di una volta, tutta uguale soprattutto quando cercavamo di fare i diversi a tutti i costi. Bisogna fare cose nuove, diverse, uniche, originali.
Falso, ho pensato un istante dopo.
Perché non è che per forza bisogna sempre andare da un’altra parte.
Forse basta girarsi appena, ampliare il campo visivo. Magari quello che ho sempre fatto non è mica così sbagliato.

L’ansia di cambiare sempre tutto, di stravolgere, sconvolgere, cancellare, ecco, questa sete di nuovo a tutti i costi, inizia a stancarmi.
Innovazione e tradizione forse non sono concetti così lontani e magari fanno parte della stessa medaglia.

Io ho voglia di novità, di tecnologia, di sorprendere e di sorprendermi ma ho voglia anche di cose fatte come una volta, quelle che non si buttavano via, ma si aggiustavano, e si tramandavano attraverso le generazioni. Ho voglia di lentezza, di precisione, di tradizione artigianale, di segreti del mestiere tramandati di padre in figlio, di tavoli di legno segnato e consumato da lunghe ore di lavoro vero, quello che lascia i calli sulle mani ed il cuore leggero. Ho voglia di qualità senza tempo, di valore autentico, non effimero. Sai, come le cose di una volta.

Io oggi ho voglia di fermarmi ed ascoltarti, di ripercorrere insieme la strada che hai fatto per arrivare qui, di rivivere per te e con te la storia della tua impresa, le scelte, la fatica, i rischi, le soddisfazioni.
Ho voglia di prendere tutto questo ed usarlo come se fosse un lungo filo colorato con cui tessere racconti, creare immagini, ridisegnare lo spazio ed il tempo. Una presentazione, il nuovo catalogo, un negozio monomarca, lo stand in fiera, il tuo sito web, o altro ancora. 

Non ti dirò di cambiare quello che ti ha portato fino a qui.
Capiremo insieme come continuare a farlo, troveremo il modo di trasmettere i valori forti del fare impresa innovando e unendo tradizione e innovazione.
Mi aiuterai a raccontare il tuo lavoro a chi non lo conosce, o a chi pensa di sapere meglio di te come devi farlo.

Troveremo mille modi nuovi di raccontare questa storia, lo faremo su canali diversi, allineando le parole di un tempo in modo inaspettato, senza dimenticare mai che l’unico modo giusto per cambiare è restare fedeli a se stessi, sempre. 

RICORDI

E adesso aspetterò domani

per avere nostalgia

signora libertà signorina fantasia

così preziosa come il vino così gratis come la tristezza

con la tua nuvola di dubbi e di bellezza.

Se ti tagliassero a pezzetti

Fabrizio De Andrè
che ci ha lasciati 15 anni fa

Dedicata a mia madre
che se ne è appena andata

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