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La scrittura di DFW – Una cosa divertente che non farò mai più

una-cosa-divertente-che-non-farò-mai-più_634Un consiglio per una lettura divertente, leggera e nello stesso tempo raffinata  e colta… vi butto lì l’indagine giornalistica di David Foster Wallace sull’industria americana delle crociere di lusso “Una cosa divertente che non farò mai più”. DFW ci permette di farci una vacanza standocene beatamente in poltrona! Il reportagecommissionato a Wallace dalla rivista Harper’s, descrive una settimana di crociera extralusso ai Caraibi in cui il grande scrittore americano tratteggia i caratteri dei passeggeri e dell’equipaggio mettendo a nudo il proprio spaesamento.
Un modo per sorridere magari in modo amaro su una certa industria del turismo. DFW ci dà ancora una volta un saggio della sua incomparabile scrittura, tanto da farci pensare che avrebbe saputo rendere interessante e piacevole un testo ormai desueto come l’elenco del telefono. La forza di una scrittura semplice e diretta come un calcio negli stinchi.
PS – Chi leggesse per la prima volta un testo di DWF tenga presente che non è possibile saltare a piè pari le note a piè di pagina!

Il design del riuso in mostra a Padova

Nel weekend appena trascorso si è conclusa a Padova la mostra SCRAPOUT: UPCYCLING EXPO. Un’esposizione collettiva di opere di designer, artisti e artigiani provenienti da tutta Italia, collocate nell’ex macello in via Cornaro e patrocinata dall’associazione “La Mente Comune”. Devo confessare d’essere stato attratto più dall’edificio che non avevo mai visto che dalle opere pur interessanti ed esposte in modo ordinato e piacevole. Forse mi resta la vaga delusione di aver percepito una presenza forte della mano di artigiani e artisti bravissimi piuttosto che progetti di designer capaci di stimolare al riuso e al recupero il mondo imprenditoriale. Una percezione personale, nulla più, dettata dalla mia necessità di trasferire design, creatività, innovazione e spirito sociale dagli spazi chiusi delle mostre a quelli più ampi ma anche più duri della produzione industriale e del mercato. SCRAPOUT: UPCYCLING EXPO resta un importante momento di confronto sulle tematiche del riuso, un bel progetto che immagino saprà crescere nelle prossime edizioni.
lamentecomune.it
progettoscrap.it
padova/ex-macello

Creatività e strategie oblique

Tra oggi e domani vivremo le ore più calde dell’anno… meteorologicamente parlando!
Arriva Caronte l’anticiclone africano e io vi propongo di affrontare la calura mettendo mano a strategie oblique… usando tutta la vostra creatività.
In realtà voglio solo farvi conoscere una delle opere a mio parere più singolari di Brian Eno il musicista – non musicista come egli stesso si definisce, ingegnere del suono, artista visivo poliedrico dalla creatività esplosiva. Tutti noi ascoltiamo senza saperlo almeno una sua opera tutti i giorni. All’avvio  e alla chiusura i nostri computer, siano windows o mac, diffondono dei brevissimi jingles composti proprio da lui.
Ad un certo punto della sua vita artistica Brian Eno si dev’essere trovato a corto di idee, come alla fine di una strada senza uscita. Oppure nel bel mezzo di una composizione deve aver avuto la brutta sensazione di non saper più cosa fare, di trovare tutte le soluzioni creative che gli venivano in mente vecchie e poco attraenti. In questo frangente Brian Eno in collaborazione con l’artista Peter Schmidt  ha avuto la bella idea di creare un mazzo di carte, ciascuna recante un aforisma da cui trarre indicazioni, come da un moderno aruspico, sulla via da scegliere nel proseguire la propria attività artistica: le “strategie oblique”. Oblique Strategies, Over One Hundred Worthwhile Dilemmas –  nella prima edizione del 1975 erano 113 carte in un cofanetto nero. A queste successero altre due edizioni nel ’78 e nel ’79 e poi una quarta edizione in realtà mai messa in vendita. Fortunatamente oggi è possibile acquistare la quinta edizione senza farsi svenare da qualche collezionista.
Ecco se siamo in un impasse creativo o più semplicemente se abbiamo qualche dubbio sul come proseguire la giornata, se spaparanzarci all’ombra a leggere un bel libro o tuffarci in piscina, possiamo pescare a caso una carta e seguire le preziose indicazioni. La mossa giusta potrebbe essere non scegliere! Tuffarci in piscina all’ombra di un bel libro.

ObliqueStrategies

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Aquiloni, giocare con la creatività

Fa caldo! Meglio continuare a pensare ai giochi dell’estate, ai divertimenti creativi, ai sogni…
Far volare l’aquilone è una magia che affascina a tutte le età. Da adulti ci si diverte molto più che da bambini o almeno lo si può fare con molta più libertà. Senza avere un papà o una mamma a fianco che imperturbabili tengono ben saldo il filo spiegandoti come si fa a farlo volare più in alto, come si evitano gli alberi e i pericolosissimi fili della corrente, come si svolge e si riavvolge il filo… insomma una palla che quando si è adulti si infligge ai propri figli dimentichi di che rottura fosse. A parte ciò, magari dotati ciascuno di una splendida, coloratissima aquila volante, si può far a gara a chi supera i 100… o addirittura i 500 metri di altezza covando l’ambizione di battere inarrivabili record posti ben oltre la lunghezza del nostro filo. Ancora più divertente, anche se più impegnativo spingersi ad affrontare le peripezie di un delta acrobatico che come una scheggia sfiora le teste del pubblico ignaro del pericolo che corre. Una volta la mamma ce lo costruiva a forma di losanga con due bastoncini in croce e un po’ di carta velina appiccicata con la colla fatta in casa. Oggi senza spendere un capitale si possono trovare materiali incredibili per leggerezza e robustezza con cui costruire aquiloni di ogni forma capaci di volare addirittura senza vento permettendoci di dare sfogo a tutta la nostra creatività e magari anche a quella dei nostri figli!

www.alivola.it

Pensiero laterale, illusioni visive, giochi

Estate, vacanze, tempo di relax e… perché no, di giochi!
Mi hanno sempre fatto impazzire quei test, quei rompicapo apparentemente impossibili da risolvere, oppure anche solo quelle immagini che ci svelano le impercettibili dissonanze dei nostri sensi. Visto che il mio lavoro ha a che fare soprattutto con la creatività, con la capacità di vedere le cose in modo diverso, vi propongo un test molto semplice, un piccolissimo esperimento per testare la predisposizione al pensiero laterale.
Il test è semplice e serve a vedere se in voi prevale il pensiero logico o il pensiero laterale e creativo.
Il test dell’illusione ballerina. (notate il gioco di parole)
Guardate l’illusione ottica “Silhouette Illusion creata da Nobuyuki Kayahara nel 2003, l’illusione ricorda una ballerina piroettante. Alcuni la vedranno girare in senso antiorario altri in senso orario, alcuni – ci ho provato senza successo – vedranno la ballerina cambiare senso di rotazione.

Guardate l’immagine per qualche secondo.

illusione_ballerina

Se vedete la ballerina girare in senso orario in voi prevale l’emisfero sinistro dove risiede la parte logica, quella dedicata al linguaggio, alla matematica, all’attenzione per i particolari e alla capacità di apprendere, la parte più pratica di voi. Se volete vedere la ballerina cambiare senso di rotazione provate a lasciarvi andare all’immaginazione e alle sensazioni.

Se invece vedete la ballerina girare in senso antiorario in voi prevale l’emisfero destro dove risiede la parte più creativa, più emotiva, più istintiva… il pensiero laterale in voi è innato, vedete le cose in modo diverso. Fantasia e istinto sono prevalenti quindi in questo caso se volete vedere girare la ballerina in senso orario provate a concentrarvi di più sui dettagli della figura.

Com’era scontato la mia ballerina gira sempre e solo in senso antiorario e non è servito a niente fissarle solo i piedi o la testa, solo con l’occhio destro o solo con quello sinistro.
Comunque sia andata, non è nulla più di un gioco!

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Profumo che dà alla testa

Per continuare a parlare di sensi.
Greatest Hits è un gruppo di tre artisti di Melbourne che pochi mesi fa affidarono ad Air Aroma la creazione di una fragranza davvero unica per una loro mostra. L’aroma richiesto era il profumo che si espande all’apertura per la prima volta della confezione di un prodotto Apple.
I fan di Apple sanno certamente riconoscere l’odore di un Mac Book Pro appena scartato. Il profumo creato per Greatest Hits, spiegano quelli di Air Aroma “…racchiude l’odore della pellicola trasparente che copre la scatola, l’inchiostro stampato sul cartone, l’odore della carta e di plastica all’interno della scatola e, naturalmente, quello del computer portatile in alluminio che ci è stato spedito direttamente dalla fabbrica dov’è stato montato in Cina. Il processo di creazione di questa fragranza è iniziato con un primo incontro con il cliente per capire il concept e l’effetto desiderato. Una volta stabilito questo, abbiamo inviato ai nostri fornitori di profumi nel sud della Francia i campioni con l’odore di colla, plastica, gomma e carta. I designer di Air Aroma hanno utilizzato questi campioni come ingredienti per creare una gamma di essenze e fonderle. Le miscele, ciascuna realizzata con ricette uniche sono poi state testate in laboratorio da Air Aroma fino ad individuare e selezionare la fragranza definitiva.” Il profumo è stato diffuso con Aroslim per tutta la durata dell’ esposizione dei Greatest Hits a Melbourne come parte della loro esibizione al West Spazio, intitolato ‘standard de facto’.
Dispiace per i maniaci della casa di Cupertino ma l’unboxing profumo di Apple è stato creato solo per questa mostra particolare e non è disponibile per uso personale.
www.greatesthitswebsite.com
www.integra-fragrances.com
www.air-aroma.com

Design, comunicare con i sensi.

_comunicare_sensi_634x400Gioielli da mangiare, carte profumate, pareti di ghiaccio, lampade ipnotiche o rilassanti, poltrone dalle superfici incredibili da toccare, oggetti sonori…
Vista, tatto, gusto, udito e olfatto. Qualche volta ci dimentichiamo di come siamo fatti, di quanto siamo complessi, dell’infinita varietà di sensazioni che siamo capaci di provare.
Dal design del prodotto, una sedia, un gioiello, una lampada, un contenitore, fino alla grafica, all’ architettura, ai progetti espositivi… non possiamo dimenticarci di solleticare tutti i sensi. Il colore, la forma, superfici lisce, ruvide, morbide, calde, secche, rugose… il suono che produce la percussione, il profumo dei materiali che scende fino a titillare le papille gustative. L’estasi, il piacere, il disgusto, lo schifo, indifferenza, desiderio, repulsione, quanti stati d’animo diversi può provocare un oggetto, il contenuto di un testo, un video. Comunicare la marca significa prima di tutto decidere  quali saranno i nostri sapori, i nostri profumi, la nostra musica, che superfici avranno gli arredi dei nostri punti vendita, i colori, la temperatura, le immagini. La definizione di tutti questi aspetti ci permetterà di comunicare chi siamo al nostro pubblico utilizzando per ciascuno il canale sensoriale a cui è maggiormente sensibile. Coinvolgiamo chi ci ascolta, ci guarda, tocca, annusa e assapora ciò che offriamo nel gioco coinvolgente della comunicazione totale.
Fortunatamente il nostro istinto animale è ancora vivo. Abbiamo mille antenne, infinite capacità di apprezzare anche le sfumature sensoriali più sottili. Qualche anno fa immaginavo di creare un gioiello-regalo che comunicasse fortemente i sentimenti d’amore, d’amicizia, di stima del latore dell’oggetto. Il progetto, pensando ad un oggetto dai costi molto contenuti, percorse ogni possibile manifestazione simbolica e si concentrò sulle possibilità di personalizzazione, così che ognuno potesse mettere qualcosa di suo, di intimo da regalare. Fu un bel successo! Comunicare emozioni ripaga sempre.

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Food-design – una verniciata al pollo?!

In una delle tante scorribande nel mare della rete mi sono imbattuto in un sito in cui tra le altre cose si vendono bombolette spray per colorare i cibi.
Volete una mela blu? Nessun problema, una spruzzata e viene perfetta. Vi sentite un po’ Venere e il pomo lo volete d’oro? Una spruzzata e fate prima di Zeus!
Se poi dovete rimediare ad un pollo leggermente bruciacchiato… no problem, facciamo d’oro anche quello che viene una figata!!!
Food-design? Innovazione? Libertà creativa? Devo confessare di sentirmi un uomo delle caverne ma preferisco vedere il colore dei cibi al naturale. I produttori garantiscono la commestibilità di tutto ma la lettura degli ingredienti di questi spray colorati commestibili non mi invoglia all’abbuffata:
Oro: additivi:. E943a, E943b, E944, etanolo, aroma, E555, E171, E172
Argento:additivi: E943a, E943b, E944, etanolo, aroma, E555, E171.
Rossa: additivi: E943a, E943b, E944, etanolo, . aromatizzanti, E555, E172
Blu: additivi: E943a, E943b, E944, etanolo, aroma, E555, E171, E133.
Chi volesse provare può fare una capatina su:
www.the-deli-garage.de

Fotografia, gatti e smartphone

Da quando, grazie ai cellulari, fotografare è diventato un gesto comune come grattarsi, i nostri animali domestici… cani, gatti, pappagallini e pesci rossi, ma soprattutto i gatti,  sono diventati star internazionali. Grazie alla condivisione sulla rete i nostri fuffy e black hanno album fotografici molto più corposi di Angelina Jolie e Brad Pitt messi insieme. Potevo esimermi dal riservare a Perla un trattamento analogo a quello dei suoi competitors in rete? Certo che no! Purtroppo Perla non è una gatta molto social, preferisce decisamente grattarsi e della rete e delle mie foto non gliene frega niente. Se in casa c’è un accenno di festa e il numero dei convenuti eccede lo standard massimo sopportabile di cinque persone lei fa armi e bagagli e veleggia verso lidi meno affollati. Appena mi avvicino con aria furtiva per catturare un primo piano gli si drizza il pelo e cambia aria con la velocità… di un gatto appunto! Perciò avvilito, mi ritrovo con immagini sempre mosse o sfuocate o… mentre dorme, l’unico momento in cui posso tentare uno scatto senza vederla fuggire. Nella foto che pubblico in cui mi guarda irritata Perla non ha certo l’aria da vamp che esibiscono le sue colleghe a quattro zampe regine di istagram e di facebook!

Bello! Brutto! Simmetrico!

La simmetria è un concetto che ha a che fare con la geometria e con la matematica ma anche con l’estetica. Soprattutto nell’arte la simmetria è sempre stata sinonimo di bello. Una figura simmetrica è considerata esteticamente perfetta perché armoniosa e regolare. Questo particolare concetto di bello che si basa sulla simmetria è ancora vivo ai giorni nostri e ha radici lontane: la simmetria è infatti un fattore di selezione sessuale. Gli uomini sono istintivamente attratti dalle forme regolari piuttosto che da quelle asimmetriche. Addirittura c’è chi afferma che la regolarità fisica non sia semplicemente un fattore estetico ma anche un elemento indicativo della nostra salute (focus, marzo 2006). Ecco il mio autoritratto supersimmetrico qui sopra indurrebbe a dubitare dell’automatismo simmetrico–bello. Vi invito a non ironizzare sulle qualità estetiche del modello di partenza, anche i bellissimi non otterrebbero risultati apprezzabili dalla trasformazione perfettamente simmetrica dei loro faccioni!
Questo scherzo solo per introdurre una riflessione, il germe del dubbio sulla simmetria, sulla sua bellezza… e sulla sua bruttezza… e sui suoi aspetti “clinici” di cui tornerò a parlare presto.

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