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Semplice è difficile

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Essere semplici è difficile, così come scrivere ed esprimersi in modo semplice.
È difficile essere creativi e produrre idee ed oggetti semplici.
Sono convinto sia importante comunicare nel modo più diretto possibile pensieri che abbiano un significato cercando di evitare di spargere fuffa  e basta.

Anche progettare oggetti semplici è complicato.
Una poltrona, una lampada, un gioiello dalle forme incredibilmente lineari sarà sempre più affascinante di un oggetto inutilmente complicato.

Scrivere in modo semplice è faticoso perché bisogna aver fatto chiarezza su ciò di cui si vuole parlare ed è necessario informarsi sull’argomento. Bisogna scegliere le parole e la forma più adatta evitando periodi complicati e paroloni inutilmente altisonanti.
Scrivere in modo semplice non vuol dire essere banali.

Se infilo nel discorso un parolone vergognoso, una parolaccia inventata,  una forma strana e complicata, lo faccio consapevolmente. Mi serve per attirare l’attenzione, per far sorridere, per combattere la noia.
Non che ci riesca sempre. Nè a essere semplice né a non essere noioso.
Io ci provo. Magari in questo blog qualche volta mi lascio andare, sperimento e capita che scriva anche qualche sciocchezza.

Del resto scrivere in modo semplice è anche pericoloso perché così la gente si accorge se si rimesta la solita brodaglia e non ci si può nascondere dietro una nuvola di spezie che copra tutto.

Per progettare una seggiola, un vaso, o un tavolo la storia non è tanto diversa.
Essere semplici aiuta sempre. Perfino a disegnare delle cose apparentemente complicate.

Sono di quelli che preferiscono togliere, togliere e togliere fino ad avere superfici pulite, linee semplici da dove l’idea salta fuori subito.
Raggiunta una forma essenziale, tolte le  incrostazioni, qualche volta mi vien voglia di fare grafica, di appiccicarci un’invenzione, ma mi piace si percepisca questo desiderio di aggiungere, questa voglia di giocare e di stupire.

Non mi ricordo più quale filosofo dicesse… “Vi scrivo una lunga lettera perché non ho tempo di scriverne una breve”.
Non è tanto diverso quando si danno in pasto al pubblico oggetti complicati perché non c’era il tempo di renderli semplici.

Di questi tempi pieni di invenzioni vuote e di voli inconcludenti le aziende dovrebbero mirare alla semplicità, non alla vuota faciloneria, per distinguersi e farne motivo di vanto.

 

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